Cittadinanza, dopo il flop referendario Conte rilancia lo Ius Scholae e tende la mano a Forza Italia

Bruxelles – Referendum, il giorno dopo. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, riparte dal Parlamento europeo di Bruxelles, dove – insieme all’ex ministro delle Finanze greco ai tempi della Troika, Yanis Varoufakis – è intervenuto oggi (10 giugno) ad un evento organizzato dalla delegazione pentastellata. Incalzato dai cronisti, l’ex premier è tornato sul flop dei cinque quesiti che hanno mancato il quorum. In particolare, quello sulla cittadinanza, risultato il maggiormente divisivo: “Una battaglia giusta con lo strumento sbagliato”, ha commentato Conte.
Sul quesito, che proponeva il dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per gli stranieri maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana, si sono espressi il 30,59 per cento degli aventi diritto di voti. In linea con gli altri quattro quesiti. Ma rispetto alle richieste di maggiori tutele sul lavoro – per i quali hanno votato a favore tra l’87 e l’89 per cento di chi si è recato alle urne -, i sì al quesito sulla cittadinanza sono stati il 65,49 per cento. Numeri alla mano, significa che molti di quelli che hanno sostenuto i quattro quesiti promossi dalla Cgil, hanno voltato le spalle a quello sulla cittadinanza.
L’ex premier, che sul quesito non aveva dato indicazioni di voto al proprio elettorato, ha votato a favore. “La battaglia è giusta – ha ribadito oggi -, ma ci è stato offerto uno strumento che ci ha lasciato perplessi e riteniamo sbagliato“. Anzi, Conte non risparmia le critiche a “chi ha promosso quel referendum”, in primis il segretario di +Europa, Riccardo Magi, che l’ha depositato in Cassazione, ma anche organizzazioni della società civile come Libera, Arci e il Gruppo Abele. “Rischiano di allontanare la soluzione”, ha affermato Conte.
“Per noi lo strumento migliore è lo Ius Scholae, dove andrebbe sfidato anche il centrodestra“, ha proseguito il leader pentastellato. Di fronte alla necessità di costruire una maggioranza in Parlamento che scardini i no di Fratelli d’Italia e della Lega, Conte ammicca agli azzurri del vicepremier Antonio Tajani: “Avete visto che Forza Italia ha una proposta un po’ simile alla nostra – ha concesso -, è su quella base che possiamo offrire alla cittadinanza dei percorsi di integrazione e una soluzione a un problema”.
Lo stesso Tajani, parlando dell’esito del referendum – su cui il partito che fu di Berlusconi si è astenuto -, ha rilanciato: “La riforma più giusta per garantire l’integrazione, è quella di Forza Italia: 10 anni di scuola con profitto e poi si può richiedere la cittadinanza“. La proposta di Forza Italia è quella di rendere possibile la richiesta della cittadinanza italiana dopo un percorso di 10 anni di studio (ossia dopo la scuola dell’obbligo) con profitto che attesti, tra le altre cose, la conoscenza della lingua e della storia italiana. Quella del M5S punta a concedere la cittadinanza ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato regolarmente per almeno 5 anni le scuole italiane o conseguito una qualifica professionale triennale o quadriennale.
“Non sono proprio assimilabili”, ha ammesso Conte. Ma da Bruxelles l’ex premier ha lanciato l’invito a deporre le armi dopo gli scontri sul referendum e a rimboccarsi le maniche per una riforma della legge sulla cittadinanza. Un appello che però, alla luce dei risultati del referendum, va inoltrato anche all’interno della stessa opposizione.
Qual è la tua reazione?






