“L’ultima falsità” di Diego Marani, ambizioni e follie che segnano le vite

Bruxelles – “Sono qui per ghermire ogni patriota, ogni italiano all’estero […] e così […] smontare la falsità delle patrie”. Un italiano all’estero che non vuole esser tale, che rifiuta di esserlo, destinato a curare tanti altri italiani all’estero che invece in questa nazionalità vivono, spesso con la presunzione di essere, come popolo, migliori di altri, di tutti gli altri, ma pronti a lamentarsi che qualcosa, che loro stessi concorrono a far vivere, non funziona. “Non funziona così”, continua a spiegare un paziente di questo psicanalista, che non si rende conto, o non vuole rendersi conto, che lui, in realtà, quel sistema lo condivide.
In quest’ultimo romanzo di Diego Marani, “L’ultima falsità” (La nave di Teseo) si dipana a Parigi la storia di un rapporto che pian piano diventa perverso tra uno psicanalista e il suo paziente, un diplomatico intrappolato tra un’ambizione di carriera nel “sistema Italia” e un’ambizione di vita fatta di sogni, manie, vizi tutti personali con “falsità e contraddizioni” che ne rivelano ben presto la perdizione.
Anche il medico però segue una sua perdizione, non è per niente sicuro di voler guarire il proprio paziente, e forse vuole invece accompagnarlo alla rovina, se non proprio spingercelo, sfiorando egli stesso l’abisso. I colpi di scena sono dietro ad ogni pagina, e sono ragionati, servono a raccontare i personaggi e a non far poggiare il libro sul tavolo.
Nel romanzo, in realtà ci sono più romanzi, nel vero senso della parola. Perché il diplomatico ha ambizioni letterarie, o ha solo bisogno di confessarsi senza esporsi, e propone alla lettura del suo medico le storie che immagina di sviluppare. Storie belle, storie scritte da Marani infatti, che nascondono turbamenti e segreti che il diplomatico non vorrebbe confessarsi.
I protagonisti del romanzo sono due, in teoria, perché in realtà una folla di personaggi secondari rende la trama sempre più accattivante, e l’abilità di scrittura di Marani insieme al suo senso dell’humor rendono questa lettura una prigione anche per chi inizia le prime pagine del volume e non riesce a staccarsene fino all’ultima pagina.
Per gli italiani all’estero in particolare ci sono molti spunti di riflessione, ma c’è molto su cui riflettere, in certi precipizi cadiamo in tanti, per la paura di scegliere che spesso porta a seguire strade insoddisfacenti, piene di fantasmi, che non si riescono più a lasciare, o si lasciano pagando prezzi salatissimi.
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