Huawei, Princi (Fi): “Io coinvolta per un evidente errore di persona”

Bruxelles – Non era lei, non poteva essere lei perché era a 2.000 chilometri di distanza, e lo può provare. La deputata europea di Forza Italia Giusi Princi contesta il suo coinvolgimento nelle indagini della magistratura belga nel cosiddetto Caso Huawei, che coinvolge alcuni parlamentari che avrebbero accettato soldi o utilità (tipo un biglietto dello stadio per una partita in Belgio) in cambio di sostegno alla compagnia produttrice di materiali per le comunicazioni.
E’ lei stessa a rivelare le attenzioni dei magistrati, che avrebbero chiesto al Parlamento un’autorizzazione a procedere anche nei suoi confronti, dopo quelle rese note ieri: “Mi viene contestato di aver partecipato ad un incontro a Bruxelles in data 25 giugno 2024, non dichiarato al Parlamento europeo – spiega Princi in una nota -, incontro al quale io non ho assolutamente partecipato in quanto mi trovavo a Reggio Calabria alla recita di fine anno scolastico della mia bambina, come si evince dalle copiose prove documentali a supporto” (neretti nell’originale, ndr).
“Peraltro – continua Princi – evidenzio che nella stessa data non ricoprivo ancora il ruolo di parlamentare europeo essendo stata proclamata solo in data 3 luglio 2024“.
La parlamentare aggiunge che “attraverso i miei legali ho dato tempestivamente notizia alle autorità competenti della mia totale e documentata estraneità al fatto contestato. Avendo piena fiducia nella giustizia, confido quindi che venga al più presto chiarito questo evidente errore di persona”, conclude l’eurodeputata.
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