Hashimoto, la malattia silenziosa: cos'è, come si cura e perché tenerla sotto controllo

Roma, 23 maggio 2025 – Può presentarsi lentamente, senza sintomi evidenti, ma con il tempo può influenzare profondamente il benessere quotidiano. La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune che colpisce la tiroide, ghiandola fondamentale per il metabolismo, l’energia e il funzionamento generale del corpo.

Secondo gli endocrinologi, è tra le patologie tiroidee più comuni, soprattutto nelle donne, e può manifestarsi a qualsiasi età, spesso tra i 30 e i 50 anni. Prende il nome dal medico giapponese Hakaru Hashimoto che per primo la descrisse nel 1912.

Cos’è la tiroidite di Hashimoto

La malattia si verifica quando il sistema immunitario attacca per errore la tiroide, provocando un'infiammazione cronica che nel tempo può ridurre la produzione degli ormoni tiroidei, portando all’ipotiroidismo. I sintomi includono stanchezza, aumento di peso, pelle secca, depressione, sensibilità al freddo, perdita di capelli e rallentamento del battito cardiaco.

“È una malattia silenziosa perché spesso viene diagnosticata tardi, quando i sintomi sono ormai evidenti e la tiroide è già danneggiata,” spiega il dottor Marco B., endocrinologo presso il Policlinico Gemelli di Roma.

Come si diagnostica

Basta un semplice esame del sangue per misurare i livelli di TSH, FT4 e gli anticorpi antitiroidei (anti-TPO e anti-Tg). In alcuni casi può essere utile anche un’ecografia per valutare l’aspetto e il volume della ghiandola.

Cure e gestione

Non esiste una cura definitiva per la tiroidite di Hashimoto, ma la terapia sostitutiva con levotiroxina (ormone tiroideo sintetico) è efficace nel tenere sotto controllo la funzione ormonale. La cura è personalizzata in base ai valori ematici e va monitorata nel tempo. Fondamentale è anche lo stile di vita: alimentazione equilibrata, attività fisica e riduzione dello stress contribuiscono a mantenere l’equilibrio ormonale.

Perché è importante tenerla sotto controllo

Se trascurata, la tiroidite può avere conseguenze serie: dall'infertilità alla depressione cronica, fino a complicazioni cardiache. In gravidanza, un malfunzionamento tiroideo può compromettere lo sviluppo del feto. Per questo, gli esperti consigliano controlli periodici, soprattutto in presenza di familiarità o sintomi sospetti.

“Non bisogna allarmarsi, ma è fondamentale informarsi,” sottolinea il dottor B. “Una diagnosi precoce fa la differenza.”