Premio Parmenide 2025 a Mauro Bonazzi: “La filosofia trionfa sulla morte”

Il professore Mauro Bonazzi ha ricevuto il Premio Parmenide a Brescia. La cerimonia, dedicata alla filosofia e al pensiero di Emanuele Severino, è parte del Festival della Filosofia in Magna Grecia.

Settembre 18, 2025 - 17:54
Settembre 18, 2025 - 19:47
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Premio Parmenide 2025 a Mauro Bonazzi: “La filosofia trionfa sulla morte”

“La filosofia trionfa sulla morte: ci salva, perché ci insegna a vedere”

«La filosofia trionfa sulla morte: ci salva, perché ci insegna a vedere». Con queste parole il professor Mauro Bonazzi (Università Alma Mater di Bologna) ha aperto il suo intervento al Centro Casa Severino di Brescia, dove ha ricevuto il Premio Parmenide dalle mani della presidente e ideatrice del Festival della Filosofia in Magna Grecia, Giuseppina Russo, e del presidente del prestigioso riconoscimento Massimo Donà (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano).

Il premio, attribuito ogni anno a personalità di spicco del panorama filosofico italiano e internazionale, è stato consegnato nella casa di Emanuele Severino, che a sua volta lo aveva ricevuto nel decennale del Festival, in occasione dell’evento “Ripensare Parmenide”. Un titolo che richiama la celebre opera del 1964 di Severino, considerato da Massimo Cacciari “il Parmenide del nostro tempo” e unico, per profondità speculativa, a poter dialogare con Martin Heidegger.

In quell’occasione Severino aveva rivolto ai giovani un messaggio chiaro: non chiudersi nel solo filosofare, ma comprendere che i saperi scientifici e la filosofia devono procedere insieme, per manifestare appieno la potenza della conoscenza.

Il Festival della Filosofia in Magna Grecia è nato nel 2008 per celebrare il Genius Loci dell’antica Elea, dove Parmenide fondò la scuola eleatica. È l’unico festival interamente dedicato agli adolescenti, e negli anni ha coinvolto oltre 70mila liceali provenienti da tutta Italia, che hanno potuto “praticare filosofia” nei luoghi in cui essa è nata e si è evoluta.

Nel corso della cerimonia, la presidente Giuseppina Russo, la direttrice scientifica Annalisa Di Nuzzo e il coordinatore scientifico Salvatore Ferrara hanno illustrato i tratti distintivi del progetto, che oggi si articola in numerose edizioni tra Cilento, Lecce, Matera, Siracusa e Atene, riallacciando il legame ideale tra la Magna Grecia e la sua madrepatria.

«Questo premio viene assegnato a un pensatore che ha saputo dare lustro e forza alla filosofia italiana contemporanea, destinata a risuonare anche nel futuro», ha dichiarato Russo. «La filosofia – ha aggiunto Di Nuzzo – o si costituisce come pratica di verità, o rischia di soccombere al pensiero calcolante, che tutto riduce a strumento di potere». Ferrara ha sottolineato l’importanza del ruolo dei giovani, in un momento storico in cui la filosofia resta “la voce che resiste e indica un cammino di senso”.

Il professor Bonazzi, nel suo intervento, ha richiamato i celebri versi con cui si apre il poema di Parmenide: il viaggio del giovane condotto dalle figlie del Sole al cospetto della dea, là dove la notte si divide dal giorno. «Un viaggio – ha spiegato – non verso la luce, ma verso il buio e la morte, negli inferi, come Ulisse nell’Odissea. La filosofia nasce dunque dal confronto con la morte, per ritrovare la strada di casa. Ma quale è la patria di cui è in cerca il filosofo?»

Dopo la cerimonia, la giornata è proseguita con una rilettura critica del testo severiniano Ritornare a Parmenide (1964), con gli interventi di Alberto De Vita, Michele Ricciotti e Marco Rienzi (Università Vita-Salute San Raffaele), e con i contributi di Pietro Caiano (Universidad Nacional de Córdoba; CCS-ASES) e Chris Ionita (Università di Bucarest; CCS-ASES).

Bonazzi ha concluso con una riflessione incisiva: «Sono domande difficili, spesso fraintese, ma necessarie. Libertà e necessità, vita e morte, dolore e gioia, tecnica e politica: chi può esimersi dal confrontarsi con queste questioni? Come spiega Severino, non si tratta di rassicurare il mortale, ma di mostrare la verità del destino. E la verità non è necessariamente buona o bella, ma non può essere elusa».

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