INTERVISTA/ ”Per la difesa serve investire su piattaforme comuni europee di scambio di informazioni”

Milano – “Gli ostacoli principali all’integrazione sulla difesa europea non sono tecnologici, ma culturali e politici”. Lina Alberico, Sales Director Railway and Defence di Engineering e General Manager di Engineering Belgium, ritiene che le capacità tecnologiche per un’effettiva integrazione securitaria ci sarebbero, anche grazie a strumenti come quelli che propone Engineering. La transizione digitale è fondamentale anche in ambito difesa e l’Unione europea, che ora ha il settore in cima alle proprie priorità, se ne sta rendendo conto.
Eunews: In cosa siete specializzati?
Lina Alberico: Engineering è la Digital Transformation Company, leader in Italia e in continua espansione nel mondo, con circa 14.000 dipendenti e oltre 80 sedi distribuite in Europa, Stati Uniti e Sud America.
Il Gruppo Engineering, formato da oltre 70 società in 21 Paesi, supporta da più di 40 anni le aziende e le organizzazioni nell’evolvere continuamente il modo in cui lavorano e operano, grazie a una profonda conoscenza dei processi aziendali in tutti i segmenti di mercato, e sfruttando le opportunità offerte da tecnologie digitali avanzate e soluzioni proprietarie.
E.: Qual è il ruolo che l’industria europea può avere nel percorso di realizzazione del nuovo piano di Difesa comune?
L.A.: L’industria europea, che ha competenze di eccellenza, può giocare un ruolo chiave nel programma “Readiness 2030”. Affinché questo avvenga, però, è necessaria una Governance congiunta che cerchi di mettere a fattor comune le esperienze e conoscenze maturate nei singoli domini e di una regia integrata, che operi con approccio multi-dominio, in maniera strategica, valorizzando le competenze dei singoli paesi membri negli ambiti specifici.
E.: Su cosa ritiene che si dovrebbe investire in modo particolare?
L.A.: Piattaforme comuni europee di scambio di informazioni, così come già avviene in ambito civile. Ogni paese dovrebbe avere modo di rappresentare le proprie eccellenze e metterebbe a fattor comune i dati, in maniera sicura e interoperabile, con gli altri stakeholders per consentire decisioni veloci e precise.
E.: Pensa che ci siano degli ostacoli che attualmente mettono un freno al percorso di integrazione sulla difesa europea (ritardi tecnologici, regolamenti, finanziamenti, differenze tra Stati ecc.)? Se sì, come ritiene che sia possibile superarli?
L.A.: Gli ostacoli principali non sono tanto tecnologici quanto culturali e politici. L’Europa è nata innanzitutto su un modello finanziario unificato e le idee di difesa comune sono state accantonate. Purtroppo, si comincia a pensare alle soluzioni solo quando i problemi sorgono, mancando di programmazione e visione. Ogni paese europeo ha le sue regole che bisogna superare per addivenire ad una visione congiunta. Tale processo richiede tempo e forte volontà, che è mancata negli ultimi anni e forse le necessità del momento possono velocizzarlo.
E.: Quanto conta per voi l’innovazione? Quali sono i progetti su cui state lavorando e quale contributo potranno dare al comparto?
L.A.: L’innovazione è un pilastro imprescindibile per Engineering. Le nuove tecnologie hanno trasformato ogni aspetto della nostra vita e rappresentano oggi un’opportunità strategica anche per il settore della difesa. Stiamo investendo in ambiti chiave come Intelligenza Artificiale, Generative AI, blockchain, tecnologie quantistiche e valorizzazione dei dati satellitari, inclusa la comunicazione. Il nostro obiettivo è rendere questi strumenti accessibili ed efficaci, anche per il personale meno avvezzo all’uso delle tecnologie digitali, contribuendo così ad accelerare l’evoluzione operativa del comparto.
E.: Il vostro settore richiede competenze specializzate: quanto è importante per voi investire sulle risorse umane? Avete difficoltà a reperire le figure adatte nel panorama italiana?
L.A.: In un mercato in rapida evoluzione come quello della Difesa, in cui le competenze specialistiche sono centrali, investire sulle persone è una priorità strategica che richiede visione, risorse e continuità. Attrarre e trattenere talenti qualificati rappresenta una sfida, anche per via dell’elevata competizione tra attori pubblici e privati. Penso ad esempio ai fenomeni migratori di personale militare verso realtà industriali che mette in difficoltà un’amministrazione già in sofferenza.
E.: La vostra realtà è specializzata in altri ambiti tecnologici, oltre alla difesa e sicurezza? in che modo comunicano i diversi ambiti tra loro, creando sinergie?
L.A.: Engineering si pone come attore chiave nella creazione di ecosistemi digitali per connettere mercati diversi, sviluppando soluzioni componibili per una continua trasformazione del business.
La presenza da oltre 40 anni in tutti i segmenti di mercato (dalla finanza alla sanità, dalle utilities al manufacturing e molti altri) ha permesso di costruire una profonda conoscenza delle esigenze aziendali e di anticiparle esplorando costantemente l’evoluzione delle tecnologie, in particolare AI & Advanced Analytics, Blockchain, Cloud, Cybersecurity, Digital Experience, Digital Twin, Intelligent Automation e IoT.
E.: Come è cambiata l’opinione pubblica nei confronti dell’industria della sicurezza? Percepite una diversa sensibilità?
L.A.: Come sempre ci sono opinioni diverse sul tema. Personalmente riscontro un maggiore interesse dei giovani verso i temi e volontà di far parte del sistema. Credo questo non valga solo per la sicurezza in senso tradizionale ma anche rispetto alla cybersecurity poiché mostra, con tempi immediati, i danni che si possono fare a sistemi e cose se non si è preparati. C’è sicuramente maggiore apertura e voglia di capire.
Qual è la tua reazione?






