La Germania sta schierando 5 mila uomini al confine tra Lituania e Russia

Bruxelles – La Germania fa sul serio sul riarmo. Dopo gli annunci di spese militari mai viste nella storia della Bundesrepublik, il cancelliere Friedrich Merz ha inaugurato ufficialmente il primo dispiegamento permanente di truppe tedesche all’estero dai tempi della Seconda guerra mondiale: la 45esima brigata, stanziata in Lituania per proteggere il confine orientale della Nato dall’ingombrante vicino russo.
L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022, è stata uno spartiacque per Berlino. L’allora cancelliere Olaf Scholz annunciò una nuova Zeitenwende (“svolta epocale”), mettendo sul tavolo 100 miliardi di euro per modernizzare l’esercito tedesco, la Bundeswehr.
Il suo successore, Friedrich Merz, ha puntato ancora più in alto: un fondo monstre da 500 miliardi (anche se non tutti destinati alla difesa), il superamento del vincolo costituzionale all’indebitamento per le spese militari, l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita (Psc) offerta dalla Commissione europea nel quadro del piano ReArm Europe per non incorrere in procedure d’infrazione. E ha dichiarato di voler costruire “l’esercito convenzionale più forte d’Europa“.
Ora si passa dai proclami ai proverbiali stivali sul terreno. Cioè quelli di 4800 militari e 200 addetti del personale civile che andranno a costituire la 45esima brigata corazzata, di stanza nelle località di Rudnikai e Rukla. L’inaugurazione solenne è avvenuta ieri (22 maggio) alla presenza di Merz, del suo ministro della Difesa Boris Pistorius e del presidente lituano Gitanas Nausėda. La formazione della brigata era stata annunciata nel 2022 su richiesta dello Stato baltico; l’unità era poi stata ufficiosamente attivata lo scorso aprile e dovrebbe raggiungere la piena capacità operativa entro il 2027.
In Lithuania we are taking the defence of NATO’s eastern flank into our own hands:
Together, Lithuanians and Germans show that we are ready to defend Europe’s freedom against any aggressor.
Germany stands by its responsibility. Today. Tomorrow. For as long as it takes. pic.twitter.com/mceeVAj0d7— Bundeskanzler Friedrich Merz (@bundeskanzler) May 22, 2025
Il Bundeskanzler ha assicurato che la Germania è determinata “a difendere il territorio dell’Alleanza contro qualsiasi aggressore“, sottolineando che “la sicurezza dei nostri alleati baltici è anche la nostra sicurezza”. Secondo il capo della Cdu, “il revisionismo aggressivo della Russia” pone gravi rischi non solo per l’Ucraina ma per l’intera Europa.
Si tratta del primo dispiegamento estero della Bundeswehr dal dopoguerra, una mossa colma di significato simbolico ben oltre le considerazioni geostrategiche, soprattutto in vista del summit della Nato all’Aia, in calendario per il 24-25 giugno. Nelle parole di Merz, l’Alleanza deve “rafforzare in modo sostenibile le capacità di difesa europee e la nostra industria della difesa deve espandere le proprie capacità”.
La Zeitenwende nella difesa non è solo tedesca, ad ogni buon conto. Vilnius ha annunciato di voler raggiungere l’obiettivo del 5 per cento del Pil in spese militari – il nuovo target che l’amministrazione statunitense vorrebbe imporre agli alleati della Nato – entro il 2026, mentre Berlino punta al 2032. Anche la vicina Polonia sta lavorando ad un riarmo in grande stile, considerando oltre alle forze convenzionali un moderno arsenale atomico.
Del resto, l’aggressività di Mosca è particolarmente temuta in questo angolo d’Europa: Estonia, Lettonia e Lituania, un tempo parte dell’Urss, sono incastonate tra l’exclave russa di Kaliningrad (una delle zone più militarizzate del Vecchio continente) e la Bielorussia, de facto uno Stato satellite del Cremlino.
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