Fumo, in Ue quasi 39 miliardi di sigarette illegali nel 2024. Bruciati 15 miliardi di euro in tasse non riscosse

Giugno 11, 2025 - 17:00
 0  0
Fumo, in Ue quasi 39 miliardi di sigarette illegali nel 2024. Bruciati 15 miliardi di euro in tasse non riscosse

Bruxelles – Cresce in tutta Europa, seppur di poco, il consumo di sigarette illegali: nel 2024 ne sono state fumate oltre 52 miliardi, il 10 per cento del totale e lo 0,2 per cento in più rispetto al 2023. A tirare la volata sono gli Stati membri dell’Ue, in primis Francia e Paesi Bassi. In Italia la crescita è pressoché stata pari allo zero, mantenendo sostanzialmente lo stesso livello degli ultimi anni.

I dati li ha messi nero su bianco l’agenzia di consulenza Kpmg, nel 19esimo studio commissionato da Philip Morris international (Pmi) sui flussi dei prodotti illegali a base ti tabacco – inclusi i dispositivi a tabacco riscaldato – in 38 mercati del Vecchio continente (i 27 membri dell’Ue, i sei Paesi dei Balcani occidentali, la Moldova, la Norvegia, il Regno Unito, la Svizzera e l’Ucraina). La relazione è stata presentata oggi (11 giugno) nel corso di un evento organizzato dalla Nato Defense College Foundation, dal titolo “Economia e sicurezza dell’Europa a rischio”.

Numeri alla mano, lo scorso anno il volume di tale consumo illegale si è attestato sui 52,2 miliardi di unità nei 38 Paesi presi in considerazione. Questa cifra – che equivale a una sigaretta illegale ogni 10 consumate – include le sigarette contraffatte, quelle contrabbandate e le cosiddette illicit whites (prodotte legalmente ma contrabbandate in Paesi in cui la distribuzione è limitata o inesistente). Nel complesso, si tratta di un aumento dello 0,2 per cento rispetto al 2023.

Ma non in tutta Europa si registra lo stesso trend. Nei Ventisette il consumo di sigarette illegali è aumentato del 10,8 per cento, raggiungendo la cifra record di 38,9 miliardi di unità. Vale a dire il 9,2 per cento del consumo di sigarette totale, il livello più alto dal 2015.

La Francia rappresenta il più grande mercato illegale del continente in termini assoluti. Qui nel 2024 si sono fumate 18,7 miliardi di sigarette in nero: più di una sigaretta ogni tre accesa Oltralpe (il 37,6 per cento) non è stata venduta legalmente, e di queste 7,8 miliardi erano contraffatte. In termini relativi, l’aumento più forte del consumo illegale (sul totale di sigarette consumate) ha avuto luogo nei Paesi Bassi, dove è stato registrato un +10,2 per cento sui 12 mesi precedenti, attestandosi a quota 17,9 per cento.

Al contrario, in diversi Paesi Ue (tra cui Bulgaria, Grecia e Portogallo) ed extra-Ue (soprattutto l’Ucraina), il consumo illegale di sigarette è sensibilmente diminuito. Il calo maggiore è stato segnato a Kiev, dove i volumi di contrabbando e contraffazione si sono ridotti del 29 per cento rispetto all’anno scorso, mentre Atene ha registrato una diminuzione di 6,2 punti percentuali su base annua.

I dati italiani rimangono sostanzialmente invariati rispetto alla rilevazione precedente, confermando il Belpaese come un esempio di best practice a livello internazionale. Su un totale di 59,8 miliardi di sigarette fumate nello Stivale nel corso del 2024, circa 1,1 miliardi erano illegali, pari al’1,8 per cento: un aumento pressoché nullo (+0,02 per cento) sull’anno precedente. In totale, il mercato delle sigarette illegali in Italia – che ha le sue roccaforti soprattutto in Friuli-Venezia Giulia e in Campania – vale circa 226 milioni di euro di tasse non riscosse.

Il mercato nero delle sigarette è un problema multidimensionale, che ha ripercussioni in vari ambiti. “Il commercio illegale di tabacco minaccia l’economia europea, la salute pubblica, la sicurezza e la stabilità sociale“, ha dichiarato Christos Harpantidis, vicepresidente senior degli affari esterni per Pmi. “Il suo enorme impatto socioeconomico incide negativamente sulla riscossione delle imposte, sulla creazione di posti di lavoro e sulle imprese legali”. Nel 2024, i governi Ue hanno perso quasi 15 miliardi di euro di gettito fiscale (circa 9 miliardi solo in Francia), una cifra che supera quota 19 miliardi se si considerano tutti i 38 Paesi analizzati dal rapporto.

Il problema è che talune politiche di contrasto al fumo risultano sostanzialmente inefficaci (rispetto all’obiettivo di abbattere i consumi) se non addirittura controproducenti (in termini di perdite degli erari): aumenti forti e improvvisi della tassazione sulle sigarette non fanno smettere di fumare ma, semmai, spingono i consumatori a cercare prodotti più economici sul mercato nero, come nel caso della Francia e dei Paesi Bassi (dove i costi unitari per gli articoli a base di tabacco sono sensibilmente più elevati che altrove), finendo per avvantaggiare unicamente le reti criminali, i contrabbandieri e i falsari.

La soluzione proposta da Pmi è  “una regolamentazione basata sulle evidenze, con una tassazione equilibrata, una continua collaborazione pubblico-privato e un maggiore supporto alle forze dell’ordine regionali e nazionali“, per contrastare le organizzazioni criminali che stanno consolidando la loro presenza proprio nei Paesi dove i prezzi sono più alti, come quelli dell’Europa occidentale.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatia Antipatia 0
Amore Amore 0
Divertente Divertente 0
Arrabbiato Arrabbiato 0
Triste Triste 0
Oh Oh 0
Redazione Italia24 News