Lollobrigida: “Il mercato americano è strategico per l’agroalimentare italiano”
Il ministro Lollobrigida ribadisce l'importanza del mercato USA per il made in Italy agroalimentare: “Non è sostituibile”. Annunciate nuove misure contro l’Italian sounding e a sostegno dell’export.

Roma, 4 giugno 2025 – Il mercato agroalimentare italiano guarda agli Stati Uniti come a un partner strategico e imprescindibile. A ribadirlo è stato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenuto oggi a margine di un incontro con operatori del settore e rappresentanti delle filiere agroexport.
«Il mercato americano non è sostituibile. È una realtà con la quale l’Italia ha costruito negli anni una relazione commerciale profonda, fatta di fiducia, qualità e cultura condivisa» – ha dichiarato il ministro, sottolineando l'importanza di difendere e promuovere il made in Italy negli USA, nonostante le attuali incertezze geopolitiche e le dinamiche doganali in evoluzione.
Secondo Lollobrigida, il comparto agroalimentare italiano non può permettersi di trascurare un mercato che rappresenta uno dei principali sbocchi extraeuropei per i prodotti italiani, in particolare per vino, formaggi, pasta, olio d'oliva e conserve. «Ogni strategia di promozione internazionale – ha aggiunto – deve tenere conto della centralità del consumatore americano, attento alla qualità, alla tracciabilità e al valore culturale dei prodotti che porta in tavola.»
Durante l'incontro è stato anche ribadito l’impegno del governo a rafforzare le politiche di tutela contro l’Italian sounding, pratica che continua a danneggiare l’immagine dei prodotti autentici italiani nel mercato nordamericano. Un tavolo tecnico tra ministero, ICE, ambasciate e imprese sarà avviato nelle prossime settimane per definire nuove misure di supporto all’export e nuove campagne di sensibilizzazione sul valore dell’autenticità italiana.
In chiusura, il ministro ha lanciato un appello alle imprese del settore: «Innovazione, sinergia e identità devono guidare il nostro approccio all’export. Abbiamo una responsabilità culturale, oltre che economica, nel mantenere vivo il legame con il pubblico statunitense.»
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