Premierato, Meloni sfida l’opposizione: “Nessuno tema il voto”. Schlein e Magi replicano
Meloni difende il referendum sul premierato: “Non ritirare le schede”. Schlein accusa: “Scappa dal confronto”. Magi e De Cristofaro: “Il governo ha paura della democrazia consapevole”.

Roma, 5 giugno 2025 – A pochi giorni dall’approvazione definitiva della riforma sul premierato da parte del Parlamento, il clima politico si scalda attorno alla prospettiva del referendum confermativo. E mentre nel centrodestra si prepara il terreno per la campagna referendaria, dall’opposizione arrivano toni duri e accuse pesanti.
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, interviene con fermezza e lancia un messaggio chiaro:
«Chi vuole far fallire il referendum dicendo agli italiani di non ritirare le schede, in realtà vuole negare al popolo il diritto di scegliere. Nessuno tema il giudizio dei cittadini: noi non lo temiamo.»
Un'affermazione che punta a disinnescare le polemiche e a spostare il confronto sulla legittimità democratica del voto.
Dura la reazione della segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che accusa direttamente la premier:
«Giorgia Meloni ha scelto la via della fuga. Questa riforma non rafforza la democrazia, la indebolisce. E la sua ostinazione dimostra che ha paura del confronto reale con il Paese.»
Dal fronte liberale, Riccardo Magi (+Europa) parla di “affermazione furba”:
«Dire che chi invita a non ritirare la scheda vuole negare la democrazia è capzioso. La vera domanda è: quale idea di potere ha chi vuole concentrare tutto nelle mani di un solo leader, eletto senza contrappesi?»
Anche il senatore di AVS Peppe De Cristofaro incalza:
«Il centrodestra teme la partecipazione consapevole. Ha paura di un voto informato, per questo trasforma ogni critica in un attacco alla democrazia.»
La riforma costituzionale, che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio e modifica l’equilibrio tra Parlamento ed esecutivo, sarà sottoposta a referendum confermativo senza quorum, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, non avendo ottenuto la maggioranza qualificata nei due rami del Parlamento.
Mentre i partiti si preparano alla battaglia d’autunno, sul tavolo restano tutte le incognite: la reale affluenza alle urne, la strategia dei promotori del “no”, e l’atteggiamento di un’opinione pubblica sempre più polarizzata.
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