Barachini a Connact: “Meglio finanziare la buona informazione che censurare quella cattiva”

Bruxelles – L’obiettivo di fondo resta lo stesso: “Rafforzamento dei media e dell’informazione”. In Italia il governo ci sta già lavorando, assicura il sottosegretario con delega all’Editoria, Alberto Barachini, ora occorre un ruolo più europeo, dice in occasione dell’appuntamento ‘Le nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale UE’, organizzato da Connact, la piattaforma di eventi che favorisce il confronto tra soggetti privati e istituzioni attraverso momenti di incontro e networking. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, e qui Barachini ha ricordato quello che c’è in gioco.
La democrazia sconta l’alta velocità con cui il progresso tecnologico sta cambiando il panorama dell’informazione. Intelligenza artificiale, algoritmi, canali social, fake news: le sfide sono tante, tutte complesse, e occorre intervenire seguendo almeno tre punti che il sottosegretario tiene a enunciare. “L’approccio deve essere di prevenzione più che di correzione“, premette. Perché, spiega, “l’intervento successivo alla disinformazione è un correttivo, ma non risolve il problema alla ridice”.
Il punto numero uno è la premessa per quello che segue. Affinché si abbia giornalismo serio e informazione attendibile occorre “attuare misure di sostegno europee perché i media indipendenti abbiano più risorse per garantire un pluralismo” vero, prerogativa delle democrazie. “Questo – sottolinea Barachini – significa finanziare il giornalismo“. In Italia, ricorda, ” lo facciamo con convinzione e serietà, e speriamo che i Paesi europei comprendano la necessità di questo finanziamento a livello europeo“.
Infine, occorre “un monitoraggio alla produzione e alla diffusione di contenuti”. Perché, detto in estrema ed efficace sintesi, “finanziarie la buona informazione è molto meglio che censurare la cattiva informazione“. In tal, continua Barachini, “dobbiamo lavorare, e la commissione deve lavorare, per semplificare l’iter per gli aiuti di Stato ai mezzi dell’informazione”.
Quanto alla sfida posta dalla tecnologia, “dobbiamo lavorare, e lavorare insieme, anche rispetto alle superpotenze internazionali per garantire che le regole siano applicate a tutti, anche alle big tech”. Barachini evoca quindi quella difesa dell’autonomia europea di legiferare in un settore ancora troppo libero, e difendersi dalle pressioni statunitensi che vorrebbero passi indietro sui regolamenti europei in materia di internet e operatori digitali.
Tiene il punto, Barachini, e chiede all’Unione europea di fare altrettanto. Quando si parla di informazione “servono trasparenza e responsabilità degli algoritmi“, il che implica fare in modo che le piattaforme rispettino regole deontologiche “senno l’informazione rischia una deriva”. Ben vengano le leggi UE, perché “la governance dell’intelligenza artificiale resta fondamentale”, insiste. Altro tema quello relativo ai personaggi popolari della rete e dei social media. “Gli influencer devono essere sensibilizzati al rispetto di norme e comportamenti. In tal sneso un buon spunto è l’iniziativa di Agcom per un codice di condotta per gli influencer“.
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