Bruxelles – L’UE cancella Huawei, che rientra grazie alla Spagna e al suo governo, guidato dal socialista Pedro Sanchez, che per i servizi di telecomunicazione in fibra ottica ha preferito i cinesi a Telefonica. Una scelta che scatena il dibattito in patria, e che finisce con la condanna della Commissione europea. “Il contratto concluso dal Ministero dell’Interno spagnolo con Huawei può potenzialmente creare una dipendenza da un fornitore ad alto rischio in un settore critico e sensibile, aumentando il rischio di interferenze straniere“, denuncia la vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen, responsabile per Sovranità tecnologica e sicurezza.
La richiesta di restringere i margini di manovra alle compagnie cinesi ricade in una comunicazione, dunque un testo non legislativo, e procedure d’infrazione possono essere avviate solo in caso di mancato rispetto di direttivo o regolamenti. Non è questo il caso, dunque. Ma certo la Spagna rischia di diventare il cavallo di Troia cinese in termini di controllo delle reti europee. Per questo ora Madrid diventerà sorvegliato speciale.
“La Commissione esaminerà più ampiamente la sicurezza e la resilienza delle catene di approvvigionamento e delle infrastrutture delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nella prossima revisione del Cybersecurity Act”, anticipa Virkkunen. L’obiettivo è “evitare dipendenze critiche e ridurre i rischi per le nostre catene di approvvigionamento ICT da fornitori ad alto rischio”. Cosa che la Spagna non starebbe facendo.