Portobello di Marco Bellocchio debutta alla Mostra di Venezia 2025

Il nuovo film di Marco Bellocchio, Portobello, è tra le opere più attese della Mostra di Venezia 2025: un intreccio di emozioni, storia e visione autoriale.

Settembre 1, 2025 - 20:23
Settembre 1, 2025 - 20:22
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Il Festival di Venezia 2025 si prepara ad accogliere uno dei momenti più attesi della rassegna: la presentazione di Portobello, il nuovo film di Marco Bellocchio. Il regista, tra i più autorevoli e apprezzati della scena internazionale, torna al Lido con un’opera che promette di suscitare dibattiti e riflessioni, confermando la sua straordinaria capacità di intrecciare vicende intime e questioni collettive. Portobello è un film che parla di memoria, di contraddizioni sociali e di destini umani segnati dalla storia, raccontati attraverso lo sguardo personale e poetico che da sempre caratterizza Bellocchio. Con la sua consueta sensibilità, il regista porta sullo schermo personaggi sospesi tra il desiderio di cambiamento e il peso delle radici, ambientando la narrazione tra l’Italia e l’Europa contemporanea, in un contesto che diventa specchio delle tensioni e delle fragilità del nostro tempo.

La presenza di Bellocchio a Venezia ha un valore particolare: ogni suo film, infatti, non è mai soltanto un racconto, ma un’esperienza collettiva capace di rievocare le grandi domande della vita e della storia. Portobello arriva al Lido come una delle opere più attese di questa edizione, candidata a diventare uno dei titoli simbolo del festival grazie alla sua forza espressiva e alla capacità di fondere realismo e simbolismo. La critica, già incuriosita da mesi di attesa e indiscrezioni, si aspetta un’opera intensa, capace di scuotere lo spettatore con la forza di immagini evocative e con la profondità dei temi trattati.

Per Bellocchio si tratta di un ritorno importante, che conferma la sua coerenza artistica e la capacità di rinnovarsi senza mai perdere la propria identità. In Portobello la storia diventa materia viva, trasformata in un linguaggio cinematografico che unisce rigore e passione, estetica e pensiero. Non un semplice film, dunque, ma un’opera che si inserisce nel solco delle grandi narrazioni del cinema d’autore italiano, destinate a lasciare un segno nella memoria collettiva. Con questo nuovo lavoro, il maestro dimostra ancora una volta di essere una delle voci più autentiche e coraggiose della settima arte, capace di far dialogare il passato con il presente e di restituire al cinema il ruolo di specchio critico e poetico della società.

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Redazione Italia24 News