Agricoltura, la Pac che non piace ai ministri Ue. Lollobrigida: Mai dissenso così ampio

Bruxelles – Per ora si registra un 27 a 0, o quasi. La proposta di Bruxelles per la Politica agricola comune post 2027 “la condivide solo la Commissione europea“. Esce dal Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione europea con un’opinione netta e rafforzata il ministro Francesco Lollobrigida: “Abbiamo svolto una riunione informale a Copenaghen agli inizi di settembre. Abbiamo incontrato le associazioni agricole, i gruppi parlamentari, le più importanti famiglie europee. Ho ascoltato il dibattito oggi e ho ricordato al collega Christophe Hansen“, il commissario europeo all’Agricoltura, “che le parole dei governi, del mondo produttivo sono pesanti: tutti ritengono che questa proposta sia in contrasto con l’interesse generale dell’Unione europea, che è quello di avere una politica agricola comune, adeguatamente supportata in termini di investimenti“, dichiara ai cronisti il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste a margine del Consiglio Agrifish a Bruxelles.
All’indice c’è la proposta di un fondo unico all’interno del prossimo Quadro finanziario pluriennale (Qfp), cioè il bilancio settennale dell’Ue che andrà dal 2028 al 2034 e che nella proposta avrà una massa di 2 mila miliardi. Il fondo unico è un capitolo del Qfp che accorpa le risorse della Pac con quelle di altri programmi dell’Unione europea come la Coesione: un contenitore complessivo del valore di 865 miliardi da ripartire tra gli Stati membri sulla base di ‘Piani di partenariato nazionali e regionali’, centralizzando a livello nazionale e dando alle capitali la titolarità dei progetti anziché alle regioni. Questo accorpamento è “un errore importante“, lo definisce Lollobrigida. E per due ragioni: perché “chiude la stagione di una politica che vede una strategia complessiva” e perché “mina la sovranità europea come concetto perché la pianificazione di investimento nei vari settori agricoli non può essere delegata agli Stati nazionali” ma basarsi “su una strategia condivisa, su Stati che investono su un’indicazione di carattere europeo sul rafforzamento del nostro settore primario”.
Oltre al fondo unico, c’è la questione del taglio delle risorse destinate al comparto. Degli 865 miliardi del fondo, circa 300 miliardi vengono ritagliati per le politiche agricole (rispetto agli attuali 386 miliardi di euro). Ma “con un bilancio europeo che aumenta significativamente”, a 2mila miliardi di euro, pari all’1,26% del reddito nazionale lordo dell’Ue in media tra il 2028 e il 2034, “non possiamo accettare che ci sia una riduzione di investimenti sulla politica agricola comune“, dai 386 miliardi ai 300 miliardi. E inoltre, “quello che leggiamo non è una diminuzione delle complicazioni sulla gestione degli interventi. Anzi, probabilmente su alcuni ambiti, addirittura il contrario: cioè per esempio un disorientamento delle politiche regionali”. Così come il fatto che “non condividiamo che ci sia la scelta di distribuire le norme che governano la Pac su diversi regolamenti”, chiedendo l’intervento legislativo di altri Consigli, diversi da quello Agricoltura e Pesca (Agrifish) che deve essere quello titolato “ad esprimersi” per il settore.
Insomma, tutti elementi per cui il giudizio del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste è secco: “Con questa proposta, che ci viene dalla Commissione, dobbiamo prendere atto che si sta buttando a mare 60 anni di Politica agricola comune“. E critiche si levano non solo da parte italiana ma anche da altri Paesi: Spagna, Austria, Francia, Germania, Polonia, solo per citarne alcuni. “Io credo che mai come oggi di fronte a questo tipo di modello ci sia un dissenso così ampio“, sintetizza Lollobrigida. Dunque, nonostante il commissario europeo all’Agricoltura, Christophe Hansen, abbia cercato di difendere la proposta – “è una delle riforme più favorevoli al settore agricolo: è più semplice, mirata e basata su incentivi, nonché con un carico amministrativo significativamente ridotto” e, per quanto riguarda le risorse, la dotazione “non sarà l’assegnazione definitiva” – il dibattito in Consiglio sembra concludersi a un 27 a 0.
Ma il lavoro è ai primi round e su una cosa commissario e ministri sembrano concordare: la lunghezza. “E’ una maratona“, commenta Lollobrigida. “Ma a mio avviso bisogna partire dalla consapevolezza che siamo lontani dal traguardo. Molto lontani dal traguardo. E bisogna provare a cambiare da subito l’approccio”, conclude nel suo intervento in sala.
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