Gregori: “Per il nuovo patto di migrazione UE la sfida più grande saranno i tempi di valutazione”

Bruxelles – “La sfida più grande saranno i tempi rapidi di valutazione delle richieste” di protezione internazionale e di verifica delle condizioni per l’eventuale presa in custodia. Nina Gregori, direttrice esecutiva dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA), avverte la politica di cosa attende l’Europa degli Stati alle prese con i flussi di persone migranti se non si fanno le cose per bene. Il nuovo patto europeo sull’immigrazione e l’asilo è già nella fase di attuazione ma entrerà pienamente in vigore il 12 giugno 2026, e per quel momento si dovranno avere tutte le carte in regola.
“Già adesso in tutta Europa abbiamo un milione di prime domande d’asilo pendenti“, sottolinea Gregori nel corso dell’audizione in commissione Libertà civili del Parlamento europeo. Numeri che dimostrano le difficoltà amministrative di sistemi nazionali già in affanno, e che rischiano di soffocare ancora di più visti gli obblighi delle nuove normative comunitarie.
Ai sensi del nuovo patto, da una parte ci sono gli obblighi di screening alle frontiere della durata massima di sette giorni per valutare chi ha diritto a procedure accelerate (Apr) e chi invece procedure ordinarie (Ramm). In questo lasso temporale le persone vanno identificate e sottoposte ai controlli sanitari e di sicurezza. Poi deve essere ridotto a un massimo di tre mesi (incluso il ricorso) il periodo per i controlli alle frontiere, nelle zone di transito o in loro prossimità.
Tutto questo implica uno sforzo in termini di personale, preparazione, capacità del sistema. Non proprio uno scherzo, avverte la direttrice esecutiva dell’EUAA, collegata da remoto per via dell’attacco informatico contro gli aeroporti europei che ha prodotto anche la cancellazione del volo che avrebbe dovuto portarla a Bruxelles. “I sistemi di giustizia dovranno poter garantire i ricorsi” in caso di valutazioni negative, ricorda Gregori. “Il potere giudiziario è indipendente, ma serviranno investimenti qui”, ragiona a voce alta in quello che è un avvertimento per gli Stati membri. Una volta pienamente in vigore le nuove regole per la gestione dei richiedenti asilo, se non saranno rispettate, i governi potrebbero andare incontro a procedure d’infrazione.
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