I sindaci delle capitali Ue in pressing sui leader: la crisi abitativa in agenda al Consiglio europeo

Bruxelles – L’unione fa la forza. O “uno per tutti, tutti per uno”, come ha sintetizzato Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma, durante la conferenza stampa congiunta con gli omologhi di Parigi e Barcellona e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. L’Alleanza dei sindaci per l’emergenza abitativa, che riunisce i primi cittadini di 17 capitali e metropoli europee, è riuscita a portare l’emergenza abitativa dal livello locale a quello comunitario: per la prima volta, la crisi degli alloggi e il Piano Ue per la casa promesso da Ursula von der Leyen saranno discussi al Consiglio europeo dai capi di Stato e di governo, il prossimo 23-24 ottobre.
Oggi (30 settembre) Costa ha ricevuto a Bruxelles una delegazione dell’Alleanza, guidata da Gualtieri, Anne Hidalgo e Jaume Collboni. Dopo un anno di pressing da parte dei primi cittadini, i tempi sembrano maturi perché Bruxelles si inserisca in un’area finora appannaggio solo dei Paesi membri. “È chiaro che, da Dublino ad Atene, stiamo attraversando una crisi abitativa a tutti i livelli“, ha riconosciuto Costa, il quale ha ammesso che questa problematica riguarda cioè tutti, dai senza tetto fino alla classe media, passando per i cittadini più poveri, giovani e studenti.
Anche gli interventi devono essere su diversi piani. C’è da affrontare il nodo degli aiuti di stato, da regolamentare gli affitti brevi, e soprattutto da reperire soluzioni di finanziamento. La volontà da parte di Bruxelles c’è: per la prima volta, è stato designato un commissario europeo dedicato, Dan Jorgensen, e all’Eurocamera è stata istituita una commissione speciale guidata dalla dem Irene Tinagli. Ma, secondo i calcoli dell’Alleanza, serve un fondo da 300 miliardi.
Per Hidalgo, sindaca della ville lumière da più di dieci anni, è necessario legare i livelli “locale, nazionale ed europeo”, insieme al settore edile, e lavorare insieme. Nell’arco dei due mandati come sindaca di Parigi, ha investito tre miliardi negli alloggi sociali: ora “il 25 per certo degli alloggi” della capitale sono sociali. Ma non basta. Perché, come ha sottolineato il catalano Collboni, oggi l’accesso alla casa “è la principale fonte di disuguaglianza” in Europa.
La crisi abitativa è insieme “sociale, economica” e “di identità”, ha avvertito Gualtieri. Ha “implicazioni politiche e di sicurezza”, minando le fondamenta delle società del vecchio continente. Se i sindaci sono in prima linea, le risorse per una crisi europea devono arrivare da Bruxelles. “Le case possono essere costruite, rinnovate, comprate, ma abbiamo bisogno di supporto”, ha spiegato il sindaco di Roma, che a Bruxelles ha ricoperto il ruolo di eurodeputato per ben due volte.
Un nodo cruciale e controverso è quello relativo alla regolamentazione degli affitti brevi. In Parlamento europeo è già materia di scontro, mentre Jorgensen ha assicurato ieri (29 settembre) che bisognerà intervenire “con fermezza e correttezza”. Alcuni sindaci hanno le mani legate, perché non tutti i Paesi membri hanno legiferato in materia. Per Collboni, che a Barcellona ha dichiarato guerra ai bed and breakfast e punta ad eliminarli entro il 2028, l’impatto degli alloggi turistici nelle capitali europee è “molto negativo non solo sul diritto alla casa ma anche sul commercio tradizionale e sull’identità delle città”.
Nel piano elaborato dei sindaci, già sottoposto a Jorgensen e illustrato oggi a Costa, l’idea di reindirizzare nel breve periodo le risorse non spese del dispositivo per la ripresa e la resilienza del NextGenerationEU e del fondo per la Coesione, per poi provvedere a dedicare alla casa una fetta del prossimo quadro finanziario pluriennale. “Stiamo incoraggiando le istituzioni europee a farne una priorità, è importante che il prossimo Consiglio europeo lo dica ad alta voce”, ha sottolineato ancora Gualtieri.
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