Protezione per il settore dell’acciaio: Séjourné annuncia un nuovo pacchetto per i siderurgici

Ottobre 1, 2025 - 16:30
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Protezione per il settore dell’acciaio: Séjourné annuncia un nuovo pacchetto per i siderurgici

Bruxelles – La Commissione europea si impegnerà ad aiutare l’industria dell’acciaio con un pacchetto di protezione per il settore. Oggi, 1° ottobre, il commissario europeo per la Prosperità e la Strategia industriale, Stéphane Séjourné, ha incontrato i sindacati e le associazioni delle imprese siderurgiche provenienti da tutta Europa per presentare questo nuovo progetto.

La proposta dell’Unione

La promessa strappata dai siderurgici alla Commissione UE, secondo una fonte informata di Reuters, sarebbe quella di una riduzione delle quote di importazione di acciaio di quasi la metà e un aumento dei dazi sui volumi superiori a tali livelli fino al 50 per cento: decisioni che cercano di contrastare le tariffe statunitensi sull’acciaio europeo del 50 per cento. Le misure annunciate sono molto simili, ma più protettive, rispetto a quelle già annunciate il 25 marzo. Il nuovo pacchetto sarà presentato il 7 ottobre durante l’Assemblea plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo.

Non sono emersi ulteriori dettagli sul progetto, poiché il commissario Séjourné non ha voluto partecipare alla conferenza stampa di fine lavori. In ogni caso, Henrik Adam, presidente di Eurofer (l’associazione che riunisce tutti i produttori di acciaio dell’Unione europea), si è dichiarato soddisfatto: “Il commissario sembra aver capito quali sono le esigenze del settore”.

La richiesta di rapidità nel prendere decisioni concrete è arrivata sia dai sindacati che dagli industriali. L’ex eurodeputata britannica Judith Kirton-Darling, segretaria della federazione sindacale europea per la siderurgia (IndustriAll Europe), ha chiarito il senso di una volontà congiunta tra le due categorie: “Abbiamo fatto una richiesta unita per avere una reazione più veloce”.

La crisi del settore

Gli elementi critici sono numerosi. La sovraccapacità globale nella produzione di acciaio è a livelli record e si riversa sul mercato europeo, mettendo a rischio circa 300.000 posti di lavoro diretti e 2,3 milioni di posti indiretti. Lo scorso anno sono stati annunciati 18.000 licenziamenti, con un record di 12 milioni di tonnellate di capacità chiusa. Per Adam, la crisi del settore “è una questione di ecosistema. Non avere un acciaio europeo competitivo rende complesso lo sviluppo dell’intera filiera che lo utilizza in Europa”.

Parole sensibili alle orecchie dell’Unione: va ricordato che l’acciaio e l’industria pesante sono segmenti cardine per lo sviluppo di un’industria bellica europea. Per questo, l’arrivo a prezzi più competitivi dell’acciaio da India e Cina è, per il presidente, un problema strategico: “Se loro sono proprietari della fornitura di materie prime come l’acciaio, sono indirettamente proprietari delle industrie che lo utilizzano”.

La transizione green

Il problema commerciale è la priorità di Eurofer, ma la questione si complica ulteriormente quando si parla di transizione verde. Il direttore generale dei produttori di acciaio europei, Axel Eggert, ha ribadito come “si stia facendo tutto il possibile per rientrare nei target”.

Dal fronte dei lavoratori, Judith Kirton-Darling, con un atteggiamento anche politico e non solo sindacale, ha ricordato come “la decarbonizzazione deve avvenire in modo graduale, per impedire perdite di posti di lavoro e crisi sociali che porterebbero a sconvolgimenti politici”.

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Redazione Italia24 News