“Col 2 per cento di commercio in più nel mercato unico si azzerano gli effetti dei dazi”. Lagarde spinge il rapporto Draghi

Bruxelles – I dazi decretati dagli Stati Uniti sulle merci europee avranno certamente delle ricadute, ma l’UE ha nel mercato unico europeo lo strumento per annullare gli effetti delle tariffe commerciali al 15 per cento. Parola di Christine Lagarde, la presidente della Banca centrale europea che rilancia gli scambi commerciali tra Stati membri dell’Unione europea per cambiare i flussi di merci e uscire da una situazione altrimenti penalizzante.
“Analisi del personale della BCE mostrano che un aumento di appena il 2 per cento del commercio intra-area dell’euro sarebbe sufficiente a compensare la perdita di esportazioni verso gli Stati Uniti causata dall’aumento delle tariffe”, spiega Lagarde in occasione della IV Conferenza di politica monetaria internazionale della Banca di Finlandia. Questo elemento da solo è per la presidente dell’Eurotower “una ragione convincente per attuare le riforme individuate nei recenti rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta” per, rispettivamente, competitività e mercato unico, “in particolare semplificando la regolamentazione onerosa, completando il mercato unico e creando un autentico mercato europeo dei capitali”.
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Da Lagarde arriva una ricetta politica che peraltro è la stessa individuata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che prima di piegarsi al volere degli Stati membri e siglare un accordo commerciale con gli Stati Uniti ad ogni costo aveva identificato nel mercato unico la risposta alle tensioni commerciali.
Puntare sul mercato unico attraverso l’eliminazione delle barriere ancora esistenti è anche la strada migliore per mettere al sicuro la crescita dell’UE. Lagarde avverte che “l’impatto cumulativo previsto dei dazi e dell’incertezza sulla crescita è di circa 0,7 punti percentuali tra il 2025 e il 2027“, pari, in media, a poco più di 0,2 punti percentuali in meno all’anno. Stimolando domanda e consumi interni, invece, produzione ed economie nazionali riuscirebbero a mettersi al riparo e cercare di azzerare perdite attese per il sistema Europa.
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