La Moldova sceglie ancora l’Ue. Il PAS della presidente Sandu conquista la maggioranza assoluta alle urne

Settembre 29, 2025 - 12:00
 0  0
La Moldova sceglie ancora l’Ue. Il PAS della presidente Sandu conquista la maggioranza assoluta alle urne

Bruxelles – Il cammino di Chişinău verso l’Unione europea non si interrompe. Quando mancano ormai solo due sezioni ancora da scrutinare, il Partito dell’Azione e della Solidarietà (PAS), espressione della presidente europeista Maia Sandu, ha ottenuto il 50,16 per cento dei voti alle elezioni parlamentari in Moldova. Assicurandosi così la maggioranza assoluta necessaria per proseguire spediti nel percorso di riforme verso l’adesione al blocco Ue.

Scacciate le vertigini di una pronosticata caduta libera – le proiezioni della vigilia davano il PAS tra il 34 e il 48 per cento – e lo spauracchio di un avvicinamento a Mosca, il partito guidato da Igor Grosu continuerà così a detenere la maggioranza parlamentare, con 55 seggi sui 101 totali. Al voto si sono recati oltre 1 milione e mezzo di moldavi, il 52,17 per cento degli aventi diritto, l’affluenza più alta dalle elezioni parlamentari del 2014. Come per le presidenziali dello scorso anno, la diaspora ha giocato un ruolo cruciale: quasi 300 mila cittadini moldavi hanno votato dall’estero – principalmente in Italia, Germania, Romania, Francia e Regno Unito -, scegliendo nel 78,48 per cento dei casi il PAS europeista.

Non è tutto oro quel che luccica. L’Ue esulta – “Moldova, ce l’hai fatta di nuovo”, ha twittato Ursula von der Leyen -, ma i risultati dell’appuntamento elettorale, che vanno ben oltre un mero referendum sull’allineamento a Bruxelles o a Mosca, rivelano un lieve calo per la maggioranza europeista e una crescente polarizzazione nella società dell’ex repubblica sovietica. Il PAS è riuscito a limitare i danni: dal 52,80 per cento del 2021 al 50,16, un calo tutto sommato fisiologico dopo quattro anni di governo caratterizzati dall’impatto economico della guerra in Ucraina. Il Blocco Patriottico (BEP), la coalizione di sinistra filo-russa guidata dall’ex presidente Igor Dodon, è secondo con il 24,20 per cento delle preferenze. Dodon ha già indetto una protesta per oggi, accusando l’Occidente di aver interferito nel processo di voto.

Igor Dodon
Il leader del Psrm e del Blocco Patriottico, Igor Dodon (foto: Daniel Mihailescu/Afp)

Seguono da lontano il Blocco Alternativo (BeA) di centro sinistra, con il 7,97 per cento dei voti, e il partito populista di sinistra filo-russo Il Nostro Partito (PN), guidato dall’ex sindaco di Bălți Renato Usatîi, con il 6,20 per cento dei voti. Sopra la soglia del 5 per cento per l’ingresso in Parlamento anche un’altra formazione populista, Democrazia a Casa (PPDA), guidato da Vasile Costiuc, alleato del politico rumeno di estrema destra Călin Georgescu e sostenitore della riunificazione della Moldavia con la Romania.

Come riportato dalla piattaforma sull’Allargamento The New Union Post, la Commissione elettorale centrale ha ricevuto diverse segnalazioni di violazioni elettorali. Tra gli incidenti, la presenza di persone non autorizzate all’interno dei seggi elettorali, violazioni della segretezza del voto, votazioni di gruppo e il cosiddetto “voto a carosello”, in cui gli elettori vengono trasportati per esprimere più voti.

Moldova
Maia Sandu all’eurocamera di Strasburgo (Foto di Frederic MARVAUX/ © European Union 2025)

D’altra parte, nelle ultime settimane, Sandu e i leader europei hanno lanciato l’allarme sulle massicce campagne di interferenza elettorale orchestrate dalla Federazione russa per sabotare il voto. Lo scorso 9 settembre, la presidente moldava è intervenuta al Parlamento europeo parlando apertamente di “guerra ibrida di Mosca”. Non solo compravendita dei voti, ma campagne di disinformazione attraverso siti web fasulli che imitano ad arte le testate giornalistiche reali per diffondere in rete la propaganda filorussa. Un copione già visto nella stessa Moldova – lo scorso autunno, quando fu rieletta la presidente, si stima che Mosca avesse comprato 130 mila voti -, ma anche in Romania e in Georgia.

“Nonostante i massicci sforzi della Russia per diffondere disinformazione e comprare voti, nessuna forza può fermare un popolo impegnato per la libertà”, ha esultato l’Alta rappresentante Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas. Concetto ribadito da von der Leyen, secondo cui “nessun tentativo di seminare paura o divisione ha potuto spezzare la determinazione” del popolo moldavo. Per Siegfried Mureșan, eurodeputato del Partito popolare e presidente della delegazione del Parlamento al Comitato parlamentare di associazione UE-Moldova, “la vittoria filoeuropea della Moldavia è una lezione per tutta l’Europa su come sconfiggere l’ingerenza russa“. Mureșan ha accusato la Russia e i leader filorussi di aver mobilitato “risorse senza precedenti – superiori all’1 per cento del PIL della Moldova – per finanziare illegalmente i partiti filo-russi, diffondere disinformazione, manipolare l’opinione pubblica e corrompere gli elettori”.

Ora, anche Bruxelles dovrà dare delle risposte alla scelta del popolo moldavo. Il Paese è ufficialmente candidato all’adesione dal giugno 2022, il via libera politico all’avvio dei negoziati di adesione risale al dicembre 2023 e la prima conferenza intergovernativa coi Ventisette è stata convocata nel giugno 2024, in parallelo a quella dell’Ucraina. Al momento, si registrano progressi sostanziali soprattutto in ambito di giustizia, anticorruzione e smantellamento delle strutture oligarchiche ereditate dall’Urss. Tuttavia, dato l’accoppiamento informale con quella di Kiev (sulla quale permane il veto di Budapest), anche la pratica di Chișinău rimane bloccata, nonostante l’esecutivo comunitario ritenga entrambe le nazioni “pronte” per aprire il cluster dei Fondamentali. Von der Leyen ha assicurato: “La nostra porta è aperta, e noi saremo al vostro fianco in ogni fase del percorso”.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatia Antipatia 0
Amore Amore 0
Divertente Divertente 0
Arrabbiato Arrabbiato 0
Triste Triste 0
Oh Oh 0
Redazione Italia24 News