Media e IA, Viola (DG Connect): “Le regole non bastano, servono investimenti da pubblico e privato”

Bruxelles – Un’ecosistema che dall’avvento di internet in poi, sta sopravvivendo a cambiamenti epocali con non poche difficoltà. Il settore dei media si trova oggi di fronte ad una nuova rivoluzione, quella dell’intelligenza artificiale, che offre sì tante opportunità, ma che rischia di stravolgerlo. A livello europeo, un’impalcatura normativa per non esserne travolti esiste e le sue fondamenta sono il Media Freedom Act e la legge sull’Intelligenza artificiale. Roberto Viola, direttore generale della DG Connect alla Commissione europea, avverte: “Le regole non sono sufficienti: pubblico e privato devono fare squadra perché servono investimenti“.
Viola è intervenuto oggi (2 ottobre) all’evento Connact Media, organizzato dalla piattaforma Connact in collaborazione con il Parlamento europeo, incentrato sulle Nuove frontiere dell’informazione e dell’industria culturale dell’Ue. Prima di lui, il Sottosegretario italiano con delega all’Editoria, Alberto Barachini, aveva incalzato la platea con un messaggio chiaro: “Meglio finanziare la buona informazione che censurare quella cattiva”. Tradotto, più che regole strette per incastrare le grandi piattaforme che gestiscono la distribuzione dei contenuti online, servono soldi per promuovere i media europei e fare in modo che possano giocare una partita alla pari.
Un “doppio binario che nessuno mette in dubbio”, ha esordito Viola. Bisogna da un lato “difendere la libertà dell’informazione”, dall’altro “il professionismo dell’informazione”. Perché solo la difesa dell’informazione fatta dai professionisti “è difesa della democrazia“. Dal punto di vista normativo, il Media Freedom Act – una “norma di civiltà” entrata in vigore nel maggio 2024 – impone agli Stati membri di rispettare la libertà editoriale e ai fornitori di servizi di garantire la trasparenza della proprietà. E introduce meccanismi che mirano a impedire a piattaforme delle dimensioni di Facebook, X o Instagram, di limitare o rimuovere in modo arbitrario contenuti mediatici indipendenti.
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