A Copenhagen Costa cercherà di aggirare l’ostacolo unanimità per l’adesione dell’Ucraina all’UE

Settembre 29, 2025 - 18:00
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A Copenhagen Costa cercherà di aggirare l’ostacolo unanimità per l’adesione dell’Ucraina all’UE

Bruxelles – Superare il veto dell’Ungheria e avviare davvero il processo di adesione dell’Ucraina all’UE aggirando l’ostacolo dell’unanimità: il vertice informale dei capi di Stato e di governo di mercoledì (1 ottobre) diventa un banco di prova tutto politico per un’Unione europea decisa a mantenere le promesse fatte al partner ucraino. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, proverà a convincere i leader a modificare il diritto consuetudinario per mandare un segnale chiaro alla Russia di Putin circa l’avvenire di Kiev.

Fonti altamente qualificate assicurano che uno dei punti caldi del dibattito sull’Ucraina riguarderà per l’appunto la possibilità di cambiare le regole sui capitoli negoziali. L’obiettivo è aggirare i veti dei Paesi, nello specifico quello ungherese, e magari provare a cambiare l’ordine dei capitolo negoziali da aprire. Non si ci si sbilancia, però “se Costa avesse visto che non ci sono margini per superare l’ostacolo dell’unanimità non si sarebbe speso, quindi ha la percezione che possa essere possibile“, si ragiona a Bruxelles.

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Certo, i nodi giuridici non sono pochi. Per quanto vago sia, l’articolo 49 dei trattati che regola l’allargamento dell’UE con l’adesione di altri Paesi prevede unanimità, ma la formula è comunque poco articolata, e questo lascia spazio a interpretazioni di diritto. La Commissione europea ha già proposto una rivisitazione giuridica con la comunicazione di marzo 2024, in cui sostiene che “si potrebbe valutare la possibilità di conferire al Consiglio il potere di decidere a maggioranza qualificata per alcune fasi intermedie del processo di allargamento“. Una siffatta decisione, sarebbe peraltro “in linea con la richiesta del Consiglio europeo di accelerare il processo di adesione”, recita la stessa comunicazione di oltre un anno fa.

La linea dell’esecutivo comunitario non è cambiata, tanto che oggi (29 settembre) il portavoce responsabile per l’Allargament, Guillaume Mercier, ha ribadito che questa possibilità per il Consiglio andrebbe esplorata, per ragioni non solo politiche ma pratiche: “Quando un Paese viene bloccato senza ragioni oggettive, nonostante soddisfi i criteri, la credibilità dell’intero processo di allargamento è a rischio“, afferma in relazione al processo di adesione dell’Ucraina. Per la Commissione europea il Paese soddisfa i criteri e merita di vedersi aprire il cluster 1 “senza indugio” come peraltro già raccomandato, e dati i progressi registrati “non c’è motivo per opporsi”, sottolinea Mercier.

L’UE dunque è al centro di una questione di credibilità, e cambiare abitudini potrebbe aiutare. La prassi di aprire i capitoli negoziali tutti insieme e per l’appunto una pratica non scritta. E’ una consuetudine, e la consuetudine è la fonte di diritto non scritta per eccellenza. Basta cambiare comportamenti, quindi. E’ su questo che gioca Costa, ed è su questo che si gioca il vertice dei leader.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in video-collegamento al vertice del Consiglio europeo [foto: imagoeconomica via European Council]
Attenzione, però: intanto il processo rischia di prendere tempo. Anche qualora i servizi giuridici di Commissione e Consiglio dovessero sbrigarsi si tratterebbe comunque di mesi, e comunque non sarebbero da escludere ricorsi in Corte di giustizia. In secondo luogo la Commissione europea, che è guardiana dei trattati e per questo deve farli rispettare, ridimensiona il cambio di passo: Mercier chiarisce che la maggioranza qualificata potrebbe essere usata per permettere l’apertura dei capitoli negoziali, salvo aggiungere che “la chiusura dei capitolo negoziali dovrebbe continuare all’unanimità degli Stati membri”.

In sostanza il veto ungherese verrebbe solo spostato ma non eliminato, ma questa eventualità è comunque utile all’UE per avviare i negoziati come promesso e far sapere a Mosca che l’Ucraina è ormai nella sfera d’influenza europea. Anche per questo Costa ci prova. “Non ha ricevuto ‘no’ espliciti dai leader”, nel corso del suo tour per le capitali europee effettuato per preparare il vertice informale, e questa assenza di resistenze viene letta come un buon auspicio. “Il vertice di Copenhagen serve per capire meglio” che direzione saprà prendere l’UE, e magari preparare il terreno per il vertice del 20 e 21 ottobre, quello formale, dove conclusioni andranno prese.

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Redazione Italia24 News