Luce in discoteca: inclusione e accessibilità partono dalla Villa delle Rose di Bologna
“Luce in discoteca” è il progetto nato a Bologna per rendere i club accessibili ai non vedenti. Dalla Villa delle Rose, Christian Di Pasqua e Ivan Gelli portano in tutta Italia un nuovo modello di inclusione nella nightlife.

04/10 "Luce in discoteca”: l’inclusione parte dalla Villa delle Rose
Un progetto nato a Bologna che porta i non vedenti nei club.
Cosa succede quando un affermato PR della nightlife incontra una persona cieca che desidera vivere la notte come tutti gli altri? Nasce un’idea che accende davvero una luce nuova.
È la storia di Christian Di Pasqua, volto noto dell’organizzazione eventi bolognesi, e di Ivan Gelli, cittadino non vedente che non ha mai smesso di credere nella possibilità di abbattere barriere. Dalla loro amicizia e dal loro impegno comune è nato “Luce in discoteca”, un progetto che punta a rendere i locali notturni inclusivi e accessibili anche per chi convive con disabilità visive.
Il debutto ufficiale è arrivato con una prima serata-evento nella storica discoteca Villa delle Rose, punto di riferimento del clubbing italiano. Qui, Ivan era accompagnato dal suo inseparabile cane guida dal nome Kyle, accolto con naturalezza dallo staff e dagli ospiti. Al suo fianco, Christian Di Pasqua, che da sempre lavora per connettere persone e creare esperienze indimenticabili. Per questa occasione ed inserimento di Kyle, il locale ha provveduto ad abbassare i decibel dei suoni del locale durante la serata.
«Tutti hanno il diritto di vivere la notte, la musica, l’aggregazione» spiega Di Pasqua. «Spesso i locali non sanno come comportarsi di fronte a un non vedente. Il nostro obiettivo è costruire un modello semplice, replicabile ovunque».
Il progetto non si limita all’organizzazione di eventi, ma punta su formazione del personale, adeguamento degli spazi per accogliere i cani guida e percorsi inclusivi. Un’iniziativa che parte dalla nightlife ma parla alla società intera: non si tratta solo di abbattere barriere architettoniche, ma soprattutto culturali.
«Non voglio privilegi, voglio solo essere incluso» racconta Ivan. «La discoteca è uno dei luoghi dove ci si sente vivi: chi ha un problema visivo ha lo stesso diritto di ballare, divertirsi e sentire la musica con il cuore».
Nei prossimi mesi, “Luce in discoteca” sarà presentato a stampa, istituzioni e gestori di club in tutta Italia, con l’ambizione di creare una rete nazionale di locali “inclusivi-friendly”.
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