Bullismo e suicidi tra i giovani: i numeri choc di un’emergenza

Crescono i casi di bullismo e suicidi tra adolescenti: dati allarmanti in Italia. Le cause, i segnali e il ruolo di famiglie e scuole nella prevenzione.

Ottobre 5, 2025 - 22:14
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Bullismo e suicidi tra i giovani: i numeri choc di un’emergenza

Bullismo e suicidi tra i giovani: i numeri choc che raccontano un’emergenza silenziosa

Cresce in modo allarmante il numero di adolescenti vittime di bullismo e di gesti estremi legati a episodi di violenza psicologica, fisica e digitale. Quella che un tempo poteva essere considerata una “bravata” oggi assume i contorni di una vera e propria emergenza sociale e sanitaria. I dati parlano chiaro: il bullismo non è più un fenomeno marginale, ma una piaga che attraversa scuole, famiglie e social network, lasciando dietro di sé ferite profonde e, in troppi casi, irreversibili.

Un fenomeno in crescita

Secondo le più recenti ricerche dell’Istat e del Ministero dell’Istruzione, circa 1 ragazzo su 2 tra gli 11 e i 17 anni ha dichiarato di essere stato vittima, almeno una volta, di atti di bullismo. Tra questi, il 20% subisce violenze o umiliazioni in modo ricorrente, spesso senza riuscire a trovare il coraggio di chiedere aiuto. Ma a preoccupare maggiormente è la crescita del cyberbullismo, che coinvolge ormai più del 25% degli adolescenti. L’anonimato del web, unito alla rapidità di diffusione dei contenuti, amplifica la violenza e la rende potenzialmente illimitata.

Il bullismo digitale non si ferma ai confini della scuola o del gruppo di amici: segue la vittima ovunque, la isola, la espone al giudizio e la priva di quella che dovrebbe essere una dimensione protetta. Il risultato è un senso di solitudine estrema che, nei casi più drammatici, può sfociare in gesti disperati.

Il legame tra bullismo e suicidio

L’OMS ha definito il suicidio tra i giovani una delle prime cause di morte nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni. In Italia, negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento preoccupante dei tentativi di suicidio legati a forme di bullismo, esclusione o body shaming. Gli psicologi sottolineano come le conseguenze del bullismo non siano solo emotive, ma incidano anche sullo sviluppo cognitivo e sociale dell’individuo, generando ansia, depressione e perdita di autostima.

Ogni anno, decine di casi finiscono tristemente sulle cronache nazionali, ma dietro ogni storia raccontata ne esistono molte altre taciute. Ragazzi e ragazze che convivono con il dolore in silenzio, prigionieri di un senso di vergogna e impotenza che li convince di non avere alternative.

Il ruolo della famiglia e della scuola

Contrastare il bullismo richiede un’azione congiunta tra famiglie, istituzioni scolastiche e società civile. La prevenzione parte dall’ascolto e dall’educazione all’empatia. È fondamentale che genitori e insegnanti imparino a riconoscere i segnali d’allarme: isolamento improvviso, calo del rendimento scolastico, disturbi del sonno o dell’alimentazione, paura di andare a scuola o di usare il cellulare.

Molte scuole italiane stanno adottando sportelli di ascolto psicologico e progetti di educazione civica digitale, ma il cammino è ancora lungo. Gli esperti chiedono un maggiore investimento nelle politiche di prevenzione e nella formazione dei docenti, affinché sappiano affrontare il problema con competenza e sensibilità.

Il potere del linguaggio e della consapevolezza

Viviamo in un’epoca in cui la parola – scritta o pronunciata online – può costruire o distruggere. Il linguaggio ostile, le prese in giro e gli insulti sui social non sono “solo parole”: sono atti che incidono sulla vita delle persone, soprattutto di chi si trova in una fase fragile come l’adolescenza. La consapevolezza digitale diventa quindi un pilastro della prevenzione.

Molti influencer, artisti e sportivi stanno contribuendo a diffondere messaggi positivi e campagne contro il bullismo. Testimonianze di resilienza e solidarietà che possono avere un impatto potente sui più giovani, aiutandoli a capire che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio.

Un impegno collettivo

Il bullismo non è un problema di pochi, ma una responsabilità di tutti. Ogni comunità educativa, famiglia e istituzione deve farsi carico di costruire un ambiente in cui rispetto, ascolto e inclusione siano valori concreti. La tecnologia, se usata consapevolmente, può diventare alleata: piattaforme di segnalazione anonima, app di supporto psicologico e chat di emergenza rappresentano strumenti preziosi.

Come ricorda l’UNICEF, “nessun bambino dovrebbe crescere nella paura”. I numeri del bullismo e dei suicidi giovanili non sono statistiche, ma vite spezzate. Parlare, ascoltare e intervenire in tempo può davvero salvare un ragazzo, un’amica, un figlio. La battaglia contro il bullismo è, oggi più che mai, una battaglia per la vita.

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Redazione Italia24 News