L’Agenzia ambientale all’Ue: “Interventi urgenti o i costi della alluvioni aumenteranno”

Bruxelles – Tra il 1980 e il 2023, le alluvioni hanno provocato la morte di 4.226 cittadini dell’Unione europea e sono costate in media 7,8 miliardi di euro all’anno, anche se nel 2021 tale cifra ha raggiunto i 48,2 miliardi di euro, nel 2023 i 25,7 miliardi di euro, e la sola Italia nel 2024 ha avuto danni per 10 miliardi. Tra il 2008 e il 2023, in Europa, hanno portato a 320 mila persone sfollate. I dati allarmanti sono dell’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) che ha preparato delle schede ricapitolative sui principali fenomeni associati al surriscaldamento globale e al cambiamento climatico.
Per quanto riguarda le alluvioni, l’Aea precisa che le regioni centrali e orientali europee potrebbero registrare fino al 18 per cento di portata fluviale in più a causa delle precipitazioni estreme, mentre l’Europa meridionale potrebbe subire una riduzione del 10-20 per cento nel medio termine. A vivere in pianure alluvionali, sono circa 52 milioni di persone (il 12 per cento della popolazione dell’Ue) e, nel frattempo, oltre 300 milioni di persone (circa il 70 per cento della popolazione) abita in ambienti urbani dove elevati livelli di impermeabilizzazione del suolo, con materiali come il cemento, aumentano il rischio di alluvioni.
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“Circa il 4 per cento delle pianure alluvionali e il 40 per cento delle aree urbane sono ricoperti da superfici che non assorbono acqua”, denuncia l’Aea. Che avverte: “Con l’aumento dell’asfalto e del cemento che ricoprono i suoli, l’elevato numero di persone che vive in pianure alluvionali e aree urbane diventa più vulnerabile alle alluvioni”. Non solo: l’11 per cento degli ospedali, il 10 per cento delle scuole, il 15 per cento degli impianti industriali e il 36 per cento degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane dell’Ue si trovano in pianure alluvionali, a rischio di inondazione.
“Se non si interviene in modo deciso ora, i costi delle sole alluvioni costiere potrebbero salire da 1 miliardo di euro nel 2020 a oltre 1.000 miliardi di euro all’anno nell’Ue entro la fine del secolo“, ammonisce l’Agenzia. Perché oltre a causare feriti, traumi mentali e morti (peraltro attese in aumento), le alluvioni provocano danni a proprietà e infrastrutture che “possono essere ingenti, con case, strade, ponti e servizi distrutti o gravemente compromessi”: una distruzione che “sconvolge la vita quotidiana e può richiedere anni per essere riparata”. Inoltre, le inondazioni possono avere gravi ripercussioni sui mezzi di sussistenza e sulle economie locali, in particolare nelle aree dipendenti dall’agricoltura, dal turismo o dalle piccole imprese, con l’onere finanziario della ripresa che “può mettere a dura prova le risorse e ostacolare la crescita economica”.
Perciò, secondo l’Agenzia, “le autorità devono investire in strategie efficaci di gestione e preparazione alle inondazioni per mitigare queste conseguenze”. Non si tratta più di una opzione, quanto di una necessità e di un dovere visto che “si prevede che le precipitazioni estreme diventeranno più intense” e “ciò significa che anche le inondazioni pluviali, ovvero le inondazioni superficiali e le inondazioni improvvise, diventeranno più forti e frequenti poiché l’intensità delle precipitazioni supera la capacità dei sistemi di drenaggio”.
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Negli ultimi anni “precipitazioni estreme e inondazioni su larga scala si sono verificate in Germania, Belgio e Paesi Bassi nel 2021, con 44 miliardi di euro di danni e oltre 200 morti. Nel 2023, si sono verificate in Slovenia, con danni stimati a circa il 16 per cento del Pil nazionale, e in Grecia, dove hanno sommerso la principale regione economica del Paese”. Nel 2024, le alluvioni hanno colpito l’Europa centro-orientale con 4,2 miliardi di euro di danni, mentre l’Italia ha registrato oltre 10 miliardi di euro di danni e la Spagna 9,7 miliardi di euro di danni e oltre 200 morti.
“Si prevede che nei prossimi decenni il rischio di alluvioni in Europa sarà più elevato e i danni economici saranno maggiori”, scrive l’Aea. Che, però, ricorda: “Con le giuste misure, possiamo ridurre la probabilità che si verifichino alluvioni e limitarne l’impatto. La gestione del rischio di alluvioni può essere affiancata dalla protezione e dal ripristino della natura”.
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