Addio all’AI: Zuckerberg e la corsa alla Superintelligenza Artificiale

Mark Zuckerberg annuncia la nuova sfida di Meta: superare l’AI tradizionale per creare una Superintelligenza Artificiale capace di ragionare come (o meglio) dell’uomo. Un futuro affascinante ma ricco di interrogativi etici e tecnologici.

Lug 4, 2025 - 11:54
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Addio all’AI: Zuckerberg e la corsa alla Superintelligenza Artificiale

L’era dell’“intelligenza artificiale” come l’abbiamo conosciuta finora sembra destinata a chiudersi. Non perché l’AI stia scomparendo, ma perché sta evolvendo verso qualcosa di ancora più ambizioso: la Superintelligenza Artificiale. A sancire questa svolta è stato Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che nelle ultime settimane ha acceso i riflettori su quella che si preannuncia come la sfida tecnologica e filosofica del prossimo decennio.

Oltre i chatbot: il nuovo orizzonte di Meta

Nel corso di un’intervista recente e in diversi interventi pubblici, Zuckerberg ha dichiarato apertamente che gli sforzi del suo gruppo non si limitano più allo sviluppo di semplici chatbot o strumenti generativi. L’obiettivo dichiarato è creare sistemi di intelligenza artificiale che superino l’uomo non solo in capacità di calcolo, ma anche in comprensione, ragionamento e creatività: una Superintelligenza Artificiale.

“Non vogliamo limitarci a costruire modelli bravi a generare testo o immagini,” ha spiegato Zuckerberg. “Puntiamo a realizzare un’intelligenza capace di ragionare in modo simile o superiore a quello umano, su ogni campo della conoscenza.”

Parole che aprono scenari affascinanti, ma anche inquietanti, in un settore già attraversato da interrogativi etici, sociali e geopolitici.

La corsa globale alla Superintelligenza

Zuckerberg non è il solo a guardare verso la Superintelligenza. Elon Musk ha più volte parlato di AI “superumana”, mentre OpenAI, Google DeepMind e Anthropic stanno investendo miliardi per spingere i limiti della tecnologia. Quello che distingue Meta, però, è l’intenzione di rendere la propria ricerca open-source, permettendo a sviluppatori, aziende e governi di accedere ai modelli di base per costruire applicazioni personalizzate.

Una scelta strategica e, al tempo stesso, una dichiarazione di intenti: in un settore dove il vantaggio competitivo si gioca sulla potenza dei modelli, Meta sembra voler giocare la carta della trasparenza per guadagnare consenso e partnership a livello globale.

I rischi di un potere illimitato

Ma la corsa alla Superintelligenza non è priva di ombre. Se un’AI generativa può già creare testi, immagini, video o scrivere codice, una superintelligenza potrebbe prendere decisioni strategiche, anticipare mosse geopolitiche, influenzare mercati finanziari o diventare — secondo alcuni scenari più distopici — un’entità difficile da controllare.

Non è un caso che il tema sia finito sui tavoli dei governi. L’Unione Europea, gli Stati Uniti e la Cina stanno accelerando la stesura di leggi e linee guida per prevenire usi impropri o pericolosi dell’AI. E mentre Zuckerberg rassicura sul fatto che la ricerca sarà condotta in sicurezza, cresce la voce di chi chiede regole più stringenti prima di oltrepassare la soglia verso la Superintelligenza.

Una nuova epoca all’orizzonte

Che si tratti di visionarietà imprenditoriale o di pura strategia di business, la mossa di Zuckerberg segna un cambio di paradigma. L’intelligenza artificiale non è più solo uno strumento al servizio dell’uomo: diventa un possibile interlocutore, o persino un concorrente, in grado di intervenire in tutti i campi del sapere e della creatività.

L’addio all’AI “tradizionale” è, in realtà, il saluto a una vecchia definizione che non basta più a descrivere l’enormità di ciò che si sta preparando. La corsa alla Superintelligenza è cominciata. E il mondo, una volta di più, osserva con curiosità — e con un pizzico di timore — la traiettoria tracciata da Zuckerberg e dagli altri protagonisti di questa nuova rivoluzione tecnologica.

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Redazione Italia24 News