"Mani nude": Gassmann intenso e spietato nel nuovo film di Mauro Mancini

Un uomo che ha smesso di sorridere, ma non di lottare. Un volto segnato, due mani nude e tante ferite che parlano più delle parole. Alessandro Gassmann torna sul grande schermo con “Mani nude”, il nuovo film diretto da Mauro Mancini, in uscita il 5 giugno. Ed è un ritorno potente, essenziale, emotivamente spiazzante.

Il film racconta la storia di Andrea, ex poliziotto dal passato oscuro, che vive una vita ai margini, lontano da tutto e da tutti. Ma il destino ha altri piani, e un incontro lo costringerà a riaprire vecchie ferite, affrontando un percorso che è a metà tra espiazione e sopravvivenza. Una storia di redenzione, certo, ma anche un viaggio nella fragilità maschile e nel dolore che non si dice.

Gassmann abbandona ogni vanità per regalare una performance intensa, fatta di sguardi, silenzi e azioni dure. Il suo Andrea è un personaggio che sembra scolpito nel ferro, ma che rivela crepe profonde. E il titolo – Mani nude – è più che simbolico: rappresenta la lotta quotidiana di chi non ha più nulla, se non se stesso.

La regia di Mauro Mancini è asciutta, quasi documentaristica, ma mai fredda. Dopo il successo critico di Non odiare, il regista conferma la sua sensibilità per storie scomode e umane, scegliendo di raccontare l’ombra piuttosto che la luce. Il film evita ogni retorica e si muove tra noir e dramma psicologico con grande equilibrio.

La fotografia cupa, le scenografie essenziali e una colonna sonora discreta ma penetrante contribuiscono a creare un’atmosfera tesa e coinvolgente, che accompagna lo spettatore in un viaggio interiore senza filtri.

Tgcom24, in attesa dell’uscita ufficiale, ha diffuso una clip esclusiva che offre un assaggio dell’intensità del film. Pochi secondi bastano per capire che Mani nude non è un film che si guarda distrattamente: è una storia che si sente addosso.