Cosenza, drone con cellulari precipita in carcere durante i colloqui: sventato traffico illecito
Un drone è caduto nel carcere di Cosenza durante i colloqui tra detenuti e familiari. All'interno, telefoni e SIM: possibile tentativo di traffico illecito. Indagini in corso.

COSENZA – 18 giugno 2025 – Un episodio inquietante ha scosso il carcere di Cosenza nelle scorse ore. Durante l’orario dedicato ai colloqui tra i detenuti e i loro familiari, un drone è precipitato all’interno del cortile dell’istituto penitenziario, finendo a pochi metri dal personale della Polizia Penitenziaria. L’oggetto trasportava un carico sospetto: due telefoni cellulari, cavi di ricarica e diverse schede SIM, pronti probabilmente per essere consegnati a un destinatario interno.
Secondo quanto emerso dalle prime indagini, l'apparecchio si stava dirigendo con precisione verso una finestra della sezione detentiva, facendo ipotizzare un’operazione mirata e pianificata nei dettagli. Gli agenti, testimoni diretti dell'accaduto, hanno immediatamente posto sotto sequestro il drone e tutto il materiale, avviando accertamenti tecnici per risalire al punto di partenza del volo e identificare eventuali complici all'esterno o all’interno della struttura.
Il caso ha subito suscitato una forte reazione da parte dei sindacati di categoria, che tornano a denunciare la crescente vulnerabilità delle strutture carcerarie rispetto all’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate da parte della criminalità. “Non possiamo più permetterci di affrontare simili rischi senza adeguati strumenti di difesa”, ha dichiarato il segretario regionale dell’OSAPP, sottolineando la necessità di installare sistemi anti-drone e di rafforzare la videosorveglianza.
L’episodio di Cosenza si aggiunge a una lunga serie di tentativi simili avvenuti in altre carceri italiane, a conferma di una tendenza allarmante: l’impiego di droni per introdurre oggetti vietati – telefoni, droga o armi artigianali – è in aumento, mettendo a rischio la sicurezza di agenti, personale e detenuti stessi.
Le autorità locali, in collaborazione con la Direzione del carcere e la Procura della Repubblica, stanno vagliando le immagini delle telecamere esterne per individuare i responsabili del volo non autorizzato. Si ipotizzano legami con organizzazioni criminali che sfruttano la tecnologia per aggirare i controlli tradizionali.
Il drone, un modello semi-professionale facilmente reperibile sul mercato, era stato modificato per trasportare il carico all’interno di un piccolo contenitore fissato sotto la scocca. Un dettaglio che fa pensare a una conoscenza specifica delle rotte di volo e degli orari più vulnerabili all’interno dell’istituto.
Nel frattempo, l'episodio ha acceso un nuovo dibattito sulle misure di prevenzione nei penitenziari italiani. “Serve un piano nazionale per blindare i cieli sopra le carceri”, ha aggiunto un rappresentante della UILPA Penitenziaria. “I droni non possono diventare la nuova frontiera dell’illegalità.”
Le indagini proseguono.
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