Nell’Ue 4.810 morti per annegamento nel 2022, ma in calo. Aumentano in Italia

Bruxelles – Estate, tempo di vacanze e bagni rinfrescanti. Che si tratti di spiagge o strutture con piscine, l’acqua rappresenta un rifugio dal sol leone, ma al tempo stesso un rischio maggiore di annegamenti. Nel 2022 nell’Ue si sono registrati 4.810 decessi per annegamento e immersione. Non pochi, ma la buona notizia, rileva Eurostat, è che il dato è in calo. Rispetto al 2021, gli incidenti mortali in acqua sono calati del 3,9 per cento, facendo registrare 194 vittime in meno.
Tra gli Stati membri dell’Unione europea, nel 2022 il numero più elevato di decessi per annegamento e immersione è stato registrato in Francia (784), che da sola rappresenta il 16,3 per cento di tutti i decessi per annegamento nell’Ue. Seguono in questa speciale e poco felice classifica Germania (542), Polonia (535), Romania (472) e Spagna (449). I numeri più bassi nell’UE sono stati registrati in Lussemburgo (1) e Malta (3).
L’Italia risulta il sesto Paese più pericoloso dell’Unione europea in termini di incidenti mortali in acqua. Nel 2022 si sono registrati 295 vittime, il dato più alto dal 2017 (307), e comunque in controtendenza: se a livello Ue il numero di annegamenti si è ridotto, in Italia tra il 2021 e il 2022 invece è aumentati (+51 decessi).
L’istituto di statistica europea rileva inoltre una tendenza che si conferma una volta di più: “Come negli anni precedenti, i decessi per annegamento sono stati più comuni tra gli uomini che tra le donne”. Nello specifico, nel 2022 questo è stato il caso in tutti i paesi dell’Ue. Tuttavia, in Slovenia (14 uomini, 11 donne), la differenza è stata meno sostanziale rispetto ad altri paesi dell’Ue. In Lussemburgo, l’unica vittima è stata un uomo.
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