Si ferma la consegna di pacchi postali dall’Europa agli Usa: “Non si capisce più se, quanto e come si paghino i dazi”

Bruxelles – Le aziende postali europee stanno bloccando le spedizioni di pacchi verso gli Usa a causa dell’incertezza sui dazi doganali derivata dalla decisione del presidente Donald Trump di imporre un dazio ad ogni merce che entra negli Usa, qualsiasi sia l’origine.
Sino ad oggi, anzi, sino al 29 agosto, data nella quale entreranno in vigore le nuove norme, i pacchi commerciali contenenti beni del valore inferiore agli 800 dollari usufruiscono di un regime “de minimis”, per il quale non si pagano dazi. Questo vale, ovviamente, anche per i pacchi inviati da privati a privati. Dal 29 agosto però non si sa cosa succederà, gli Usa non hanno ancora stabilito nuove procedure e l’incertezza regna sovrana. Per questo molte aziende, come anche Poste Italiane, hanno sospeso le spedizioni, e tutto un mondo europeo del piccolo commercio rischia di entrare in crisi.
L’associazione europea delle aziende postali, PostEurop, fa sapere di seguire “con attenzione gli sviluppi relativi al decreto esecutivo statunitense ‘Sospensione del trattamento de minimis in esenzione doganale per tutti i Paesi’ sulle spedizioni postali verso gli Stati Uniti”. I membri di PostEurop stanno dunque lavorando per trovare soluzioni “che consentano di garantire la continuità delle spedizioni postali verso gli Stati Uniti sia per i clienti commerciali che per quelli privati, tenendo conto anche dell’importanza di garantire il servizio postale universale”.
L’Associazione spiega che “questa misura avrà un impatto significativo su tutte le aziende postali del mondo e sui loro clienti che inviano spedizioni attraverso le reti postali al servizio postale degli Stati Uniti (USPS). Attualmente, le merci di basso valore e i regali possono essere importati negli Stati Uniti in esenzione doganale da altri paesi grazie a una soglia doganale de minimis di 800 dollari. Tuttavia, le modifiche comportano che su tutte le merci importate negli Stati Uniti debbano essere pagati i dazi doganali, indipendentemente dal loro paese di origine”.
Il problema, oltre che economico e commerciale, è legato alle procedure, quali la riscossione dei dazi doganali, i dati da raccogliere e l’interazione con l’Ufficio doganale e di protezione delle frontiere degli Stati Uniti, che “non sono ancora state definite con chiarezza. Alcuni dettagli tecnici sono stati resi noti solo il 15 agosto, lasciando un lasso di tempo estremamente breve per prepararsi”, lamenta PostEurop.
Al momento, denuncia l’Associazione “se le questioni e le procedure critiche non saranno definite e non sarà possibile trovare soluzioni conformi prima dell’entrata in vigore della normativa il 29 agosto 2025, i membri di PostEurop, in accordo con le autorità nazionali competenti, potrebbero essere costretti a limitare o sospendere temporaneamente la spedizione di merci tramite le reti postali verso gli Stati Uniti”.
Cosa che è già stata fatta negli ultimi giorni da La Poste francese, Deutsche Post tedesca, Correos spagnola, Poste Italiane e i servizi postali belga, svedese e danese. L’austriaca Österreichische Post e la britannica Royal Mail hanno annunciato che da martedì 26 non accetteranno più pacchi, in modo da consentire ai pacchi spediti prima di tale data di arrivare negli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore dei dazi.
Poste Italiane ha dichiarato di essere stata “costretta a sospendere temporaneamente l’accettazione di tutte le spedizioni contenenti merci destinate agli Stati Uniti”.
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